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Parliamo di progetto o piano pastorale perché si tratta di un processo dinamico per tappe, passo dopo passo, che ha un obiettivo definito, una meta precisa. Quindi si parla di ordine, sistematizzazione dell'attività pastorale con sequenze logiche e con mete ben precise.

Il progetto qui proposto è quello diocesano (CMFV) arricchito dall’esperienza delle cellule parrocchiali di evangelizzazione. Si tratta di un sistema parrocchiale in concordanza con la proposta del Sinodo, e cioè Chiesa come Famiglia, ma adattato, diciamo, al nostro contesto ed esigenza, per cui la differenza o novità starà nella formazione iniziale, nello sviluppo delle comunità, la sua organizzazione in base a un leader (qui detto servo), e nell’accento più forte all’evangelizzazione.

La parola di ordine è integralità, arrivare a tutti gli uomini e tutto l’uomo, semplicemente perché Cristo vuole la salvezza di tutti, e la Chiesa suo Corpo deve stare in concordanza con il Capo! La motivazione e base di questo sistema parrocchiale la troviamo nell’obbedienza al mandato di Gesù prima della sua Ascensione: “andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19); e la missione stessa della Chiesa: “Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare” (Paolo VI)

  • Alla base dell’evangelizzazione è l’Adorazione Eucaristica

Semplicemente perché Gesù è stato il primo adoratore e il suo Spirito è l’agente principale dell’evangelizzazione.

È estremamente importante che le parrocchie che desiderano diventare missionarie organizzino l’adorazione (parecchie di queste hanno l’adorazione perpetua, 24 ore su 24, 7 giorni su 7). Dare avvio all’adorazione è la prima iniziativa per una parrocchia che voglia intraprendere il carattere evangelizzatore.

Il primo effetto di una tale iniziativa, a detta di chi la pratica, è la crescita della carità fraterna nella parrocchia come anche la crescita dello spirito di comunione. Perché sorprendersi di ciò? Non è forse intorno a Gesù che gli apostoli, pur nella loro diversità, abbiano potuto trovare l’unità al servizio della missione? Certo non mancavano le ragioni di divisione, di contrasto, di gelosia…Occorreva Gesù stesso per essere un solo corpo, il Suo corpo. È l’adorazione del Suo corpo donato a noi che ci unisce e ci spinge a servire.

Comprendiamo bene come una tale scelta possa incontrare resistenze in un contesto come quello odierno. Tuttavia non bisogna esitare a proporre in modo speciale proprio l’adorazione notturna. Il nostro tempo richiede atti forti per ridare nuovo slancio alla fede e alla speranza dei cattolici. Impegnare una comunità cristiana nell’adorazione notte e giorno è un chiaro messaggio per un parroco che voglia condurre la sua comunità su strade che richiedono fede ed audacia.

Ci sono gesti che rappresentano vere rotture con lo spirito di paura e di paralisi, atti un po’ folli all’apparenza ma che in realtà sono dei segnali avvertiti da quei cristiani che vogliono veramente servire il Signore dal più profondo del loro cuore. Si trova così liberato in loro un potenziale di amore e di energia che desidera solo servire e che immerge in un’altra atmosfera, quella di discepoli che non guardano più indietro e che sono pronti alle grandi testimonianze che possono aprire i cuori dei nostri contemporanei.

La preghiera di adorazione è la preghiera comunitaria

Raccogliersi intorno all’unico Pastore, Cristo, per sostenere l’evangelizzazione e i bisogni del mondo. Passare un’ora alla settimana ai piedi di Gesù Eucarestia per acquistare una mentalità missionaria. Durante l’incontro delle CMFV, i membri pregano insieme per quelli che evangelizzano. Così essi saranno guidati, sostenuti e illuminati nel loro ruolo di servitori.

  • Un paragone per capire i principi di questo metodo?

Tutti sappiamo come si forma il corpo umano: il gamete maschile incontra quello femminile, lo spermatozoide trova l’ovulo. Lo spermatozoide non è ancora una cellula, è un gamete. L’ovulo pure non è una cellula, ma un gamete, ma quando si uniscono formano una cellula. E cosa avviene con questa cellula? Formerà il corpo umano che è un insieme di cellule vive e che si moltiplicano.

E come è iniziata la Chiesa che è il Corpo di Cristo? Con una cellula, i dodici apostoli, che erano la prima comunità che Cristo stesso costituì! E cosa deve avvenire? Moltiplicarsi in altre cellule.

Come in biologia, la cellula è l'unità fondamentale, capace di vita autonoma e capace di dare vita attraverso un processo di moltiplicazione, così la CMFV è un piccolo gruppo di laici, legato da relazioni di "oikos" (Parola greca che esprime l’ambiente, cioè da vincoli familiari, di lavoro, di amicizia, di interessi comuni) che evangelizza ed accompagna a Gesù i nuovi discepoli che da evangelizzati diventano evangelizzatori e che si può moltiplicare non appena raggiunge una certa dimensione; a questo punto il gruppo ("cellula madre") dà vita ad un nuovo gruppo ("cellula figlia"). In tale modo la cellula cresce e si moltiplica.

Il Sistema qui proposto è un metodo che, dando responsabilità ai laici e formando piccoli gruppi, si è mostrato capace di rinnovare in profondità la parrocchia, rivitalizzando la sua struttura tradizionale facendole riprendere il suo compito missionario.

L'idea che ispira tutto il sistema per una tale organizzazione della parrocchia è quella di offrire, con l'aiuto della grazia divina, occasioni di conversione personale e comunitaria, nella consapevolezza che evangelizzare è la vocazione propria della Chiesa (cfr. Evangelii Nuntiandi, n°14). Una consapevolezza da trasmettere ai fedeli laici che, per la loro appartenenza alla Chiesa radicata nel sacramento del Battesimo, possiedono “la vocazione e la missione di essere annunciatori del Vangelo” (cfr. Christifideles laici, n. 33), e sono quindi chiamati a rinnovare la loro appartenenza alla parrocchia in modo da farla divenire una comunità ardente di fede e proiettata all’evangelizzazione dei lontani».

Con questo la Chiesa invita a rinnovare le parrocchie; ogni battezzato, in essa, riscopre la gioia e l'impegno dell'evangelizzazione di ogni giorno, nel proprio ambiente di vita.

Lontano dall'essere un movimento questo progetto pastorale è soprattutto un carisma (uno stile) che si esplicita nella visione e nella proposta pastorale per rinnovare le parrocchie nella Nuova Evangelizzazione.

 

  • Come si Evangelizza: "strada facendo"

All'inizio del suo discorso apostolico Gesù dice: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino» (Mt 10,7). Non bisogna dunque aspettare che i lontani si avvicinino e neppure è necessario andare a cercarli apposta, chissà dove. Gesù ci dice di evangelizzare «strada facendo», cioè mentre andiamo e viviamo nei nostri luoghi consueti.

Gesù non permette all'uomo di Gerasa, che aveva appena liberato dallo spirito immondo, di seguirlo, gli dice invece: «Va' nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te» (Mc 5,19).

Ecco da che cosa è nata l'intuizione che sta alla base di questo metodo di evangelizzazione: nella tua casa, nelle tue relazioni quotidiane "racconta ciò che il Signore ti ha fatto".

Evangelizzare l'oikos attraverso i sei passi del "processo di evangelizzazione"

Frequentemente nel Nuovo Testamento si usa la parola oikos, parola greca che significa casa, ambiente, famiglia (padre, madre, figli, nonni, zii, parenti, schiavi...), il mondo in cui si svolge la vita quotidiana di ciascuno. Esso comprende quattro fondamentali categorie di persone:

 

  1. i parenti;

  2. i vicini di casa;

  3. i colleghi di lavoro

  4. coloro che hanno i nostri stessi interessi.

 

Evangelizzare l'oikos vuol dire riconoscere che i luoghi frequentati abitualmente sono per me i più favorevoli per annunciare il Regno dei cieli, perché lì si sono già stabilite relazioni consolidate. Non bisogna creare occasioni, basta cogliere quelle che si presentano.

L'evangelizzazione dell'oikos, con la presente metodologia, avviene attraverso 6 passi che sono accompagnati dalla preghiera dell'evangelizzatore; alla base di tutto c'è la preghiera e l'adorazione eucaristica. Gesù è stato il primo adoratore e il suo Spirito è l'agente principale dell'evangelizzazione.

  1. Il processo di evangelizzazione: 6 passi

  • Il servizio:

«Il Figlio dell’uomo, dice, non è venuto per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45). E aggiunge: «Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi» (Gv 13,15).

  • la condivisione:

Il fratello con cui siamo in confidenza si apre al Vangelo, passando per il ponte dell’amicizia che abbiamo costruito con il servizio.  Perché adesso è diventato mio amico, condivido la mia testimonianza!

  • la spiegazione (alle domande che riguardano la fede, il Vangelo, la dottrina della Chiesa):

Questa terza fase richiede una grande sensibilità, molta pazienza e carità per aiutare il fratello a superare i pregiudizi, le esitazioni e le paure.

  • fiducia e impegno:

E’ arrivato il momento di dire al fratello: «Quello stesso Gesù che prima ha guarito me, ora sta per guarire anche te» , e lo invitiamo ad affidare la propria vita a Gesù e ad impegnarsi con lui.

  • ingresso nella CMFV:

Quando il fratello si avvicina alla cellula, si accorge di essere atteso e desiderato. Piegarsi sull’ultimo arrivato è il metodo di Gesù.

  • inserimento nella comunità parrocchiale:

Appena avrà preso coscienza dei doni che il Signore gli ha dato, egli vorrà servire a sua volta. Nella cellula si fa l’esperienza di una comunità di mediazione.

Quindi il metodo intende (RI)SCOPRIRE LA VITA DELLA CHIESA:

Una comunità cristiana che celebra e prega.

Una comunità che accoglie i carismi dello Spirito.

Una comunità organizzata attorno ai «ministeri».

Una comunità che si costruisce nella comunione.

Una comunità che si lascia evangelizzare e che evangelizza.

  • I 7 obiettivi degli incontri

Gli incontri seguono lo stesso schema: accoglienza, lode, invocazione allo Spirito Santo, Catechesi o lettura della Parola, condivisione (edificazione) e impegno solidale e apostolico, intercessione e avvisi. Tutto per aiutare i singoli membri a:

  • crescere nell’intimità con il Signore

  • crescere nell’amore reciproco

  • condividere Gesù con gli altri

  • svolgere un ministero nella Chiesa

  • dare e ricevere sostegno

  • preparare i futuri leader (servi)

  • approfondire la fede

  • I vantaggi delle CMFV

    • È flessibile

Poiché la CMFV è un piccolo gruppo, può facilmente cambiare la maniera di procedere o di funzionare per adattarsi a situazioni che cambiano o ad esigenze particolari di alcuni fratelli. Grazie al suo carattere informale, essa può essere flessibile per quello che riguarda il luogo, il giorno e l’ora degli incontri.

  • È mobile

Un piccolo gruppo come è quello della CMFV, può riunirsi in una casa, in un ufficio, in un negozio o in qualunque altro posto, anche se il suo luogo ideale è un’abitazione.

  • È inclusiva

Una CMFV può dar prova di una grande disponibilità nell’accogliere persone di ogni genere. Quando una persona è invitata in un piccolo gruppo che si dedica alla preghiera e alla condivisione di esperienze spirituali, si sente accolta da tutti.

  • È personale

I rapporti cristiani soffrono spesso di «impersonalità»; sono troppo rapidi, troppo professionali o superficiali. Invece in un piccolo gruppo come la CMFV si instaurano relazioni personali che permettono di sentirsi accolto, ascoltato, stimato, non giudicato e amato così come si è. La cellula è un luogo di santità.

  • Deve moltiplicarsi

La CMFV raggiunge i propri obiettivi se, pur conservando le sue piccole dimensioni, si riproduce costantemente. Essa può moltiplicarsi in due, quattro, otto parti o più, secondo la vitalità di ciascun gruppo.

  • È un efficace strumento di evangelizzazione

Uno degli scopi della CMFV è quello di trasformare un cristiano in un discepolo di Gesù che, in quanto tale, sente l’urgenza di annunciare il Regno di Dio, cominciando dalla preghiera per i membri del proprio oikos. La cellula è missionaria per natura.

  • I suoi leaders non hanno bisogno di una preparazione professionale

L’esperienza dimostra che i leaders dei piccoli gruppi possono essere preparati nell’ambito della parrocchia stessa, attraverso l’impegno nell’evangelizzazione, la vita della cellula e la partecipazione ai corsi di formazione.

  • Si adatta facilmente alla Chiesa istituzionale

- Non interferisce nella vita quotidiana della parrocchia, ma anzi, anima tutta la comunità.

- Permette di orientare le realtà già esistenti verso uno spirito di evangelizzazione.

  • I passi per la transizione[1]

Organizzeremo il piano di transizione in alcuni passi, che ne dovranno guidare la preghiera e l’addestramento dei membri della comunità durante il processo:

  • GIORNATA: incontro che sveglia la comunità all’urgenza della nuova evangelizzazione, (un incontro che duri al meno un fine settimana);

  • ANNO DI TRANSIZIONE: dopo la giornata la parrocchia o comunità che ne accetta la sfida di aprirsi al “vino nuovo”, inaugura l’anno di transizione per arrivare agli “otri nuovi”, seguendo il seguente percorso:

    • Attraverso gli incontri settimanali o quindicinali, sperimentare la vita in comunità studiando anche le encicliche Evangelii Nuntiandi (EN) e l’enciclica Evangelii Gaudium (EG), con particolare accento su quest’ultima. Ci serviranno una media di 26 incontri per questo studio.

    • Dopo di questo è previsto un ritiro di evangelizzazione kerigmatica: un fine settimana, dopo il quale viene istituito le prime CMFV. Questo ritiro poi ne diverrà una delle strutture della parrocchia per accogliere tutti i nuovi membri delle CMFV.

    • Dopo questo ritiro, iniziamo il processo di formazione dei servi, un vero e proprio corso per i servi animatori o ausiliari delle CMFV, che durerà circa 1 anno. In questo periodo il servo cambierà a turno tra i membri, di modo che tutti ne possono fare l’esperienza per una futura scelta di quello che sarà il servo definitivo di quella CMFV.

    • Finito questo percorso, si sceglie chi sarà il servo e il suo o suoi servi ausiliari e si parte alla moltiplicazione.

  • Una volta dentro il sistema di Chiesa come Famiglia, che questa visione viene assimilata dalla parrocchia, si strutturano i gruppi responsabili per i ritiri di evangelizzazione kerigmatica e la scuola di evangelizzazione (proporre ai nuovi lo stesso percorso introduttivo dei primi).

  • Dopo di che ogni membro – e ogni CMFV – ne seguirà la formazione permanente, dove la diocesi rimane la prima responsabile, e noi come parrocchia ci agghiacciamo alle sue proposte, ma anche a livello parrocchiale si potrà sviluppare qualcosa.

 

[1] Il tempo di ogni tapa dipenderà di come sarà organizzato gli incontri della Comunità, settimanale o quindicinale.

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